In questo saggio, edito da Carocci, Mario Biagioni, insegnante in un liceo di Pistoia, analizza la Riforma radicale del Cinquecento mettendo in correlazione intellettuali diversi. Tra il Cinquecento e il Seicento furono molti i riformatori radicali che si viaggiarono in tutta Europa, spesso scappando dalle persecuzioni e dando vita a un movimento che andava oltre le tesi del riformatore tedesco Lutero.
L’autore svela alcune di queste figure che all’epoca misero in discussione dogmi e tradizioni secolari: Bernardino Ochino, i fratelli Sozzzini, Celio Secondo Curione, Cristian Francken. Ma non solo. Sono presenti anche alcuni tra i più grandi filosofi europei: Grozio, Spinoza, La Mothe Le Vayer, Bayle, Locke e Montesquieu. Tutti, secondo Biagioni, sono collegati da percorsi intellettuali che rappresentano le radici della società come la conosciamo in Occidente: libertà di coscienza, tolleranza, laicità.
Biagioni si riallaccia direttamente alla linea di pensiero di Trevor-Roper secondo cui l’Illuminismo è il proseguimento della rivoluzione religiosa iniziato da coloro che all’epoca erano definiti eretici. Una prospettiva originale attraverso cui analizzare l’epoca dei Lumi, conosciuta anche da un pubblico di non specialisti ma su cui negli ultimi anni si è concentrato il dibattito storico.
Con questa pubblicazione l’autore vuole dare un posto di primo piano nella storia dell’Europa alla riforma radicale, troppo spesso relegata a un ruolo secondario.